La medicina manuale, così come la medicina moderna occidentale, affonda le proprie radici nell’Antica Grecia, nelle due isole contigue di Kos e Knidos, dove risiedevano le più antiche scuole di medicina. Tra queste, però, c’era una sostanziale differenza nel modo in cui venivano considerati la malattia e il paziente. La scuola di Kos, sviluppata da Ippocrate, riteneva che l’effetto della malattia fosse originato da cause esterne ed interne e che il medico avesse il compito di assistere il corpo del paziente fino al raggiungimento dell’autoguarigione. I medici di Knidos, invece, si concentravano sulle strutture interne del corpo, dividendo i contenuti in sistemi, e ritenevano che ogni malattia richiedesse un approccio e un metodo di trattamento separati.
Andrew Taylor Still (1828-1917) fondatore dell'Osteopatia seguiva un approccio prevalentemente ippocratico. In seguito agli studi sperimentali sul Magnetismo e sul Mesmerismo, propose un modello diverso di trattamento e diagnosi, mediato principalmente dal sistema muscolo scheletrico, riconoscendo l’importanza del sangue nelle funzioni e disfunzioni umane. Egli diede ufficialmente vita all’Osteopatia il 22 giugno 1874, codificandone i principi basilari che costituiscono ancora oggi il perno della filosofia osteopatica.
Still cominciò ad interessarsi di medicina assistendo il padre che, nel Kansas, la praticava presso gli Indiani. A quei tempi, la formazione in medicina non era regolata da alcuna legge ed egli approfondiva la sua conoscenza attraverso la lettura e la pratica quotidiana. Dopo la guerra di Secessione, lavorò come Assistente chirurgo in ospedale ma l’esperienza fu deludente: morirono più persone per le infezioni e le condizioni igieniche che per la guerra. Dissenteria, febbri, polmoniti, TBC e peste, decimarono la popolazione mondiale del XIX secolo. La perdita dei suoi tre figli per meningite cerebro-spinale lo spinse a riflettere sull’essenza delle malattie e sulla medicina, giungendo alla conclusione che le risorse di difesa e guarigione fossero già dentro di noi e che bisognasse solo individuarle e stimolarle.
Nel 1874 era giunto ad un livello di conoscenza strutturale anatomica non usuale per quei tempi, approfondendo anche le funzioni e le relazioni reciproche tra le varie strutture (conducendo studi anatomici sulle spoglie degli Indiani). Conosceva bene la meccanica e l’applicava alla macchina umana: affermò che la malattia fosse l’effetto di un’alterazione della struttura meccanica. La grande epidemia dissenterica, del 1874, fu per lui illuminante: osservò che i pazienti presentavano una zona lombare dolorosa e calda, mentre la zona addominale era fredda; alcune zone, poi, erano irrigidite e bloccavano i flussi nervosi ed ematici per l’intestino. Ritenne così che, restituendo mobilità alle zone ipomobili (con pressioni e mobilizzazioni articolari), la malattia potesse essere vinta. In questo modo riuscì a guarire 17 casi di dissenteria.
Nello stesso anno Still partì per Kirksville (Missouri) dove aprì il suo primo studio, all’età di 47 anni. Nel 1892 Still fondò l’American School of Osteopathy a Kirksville (attualmente denominata A.T. Still University of Health Sciences) e proprio in quella sede diede la sua definizione di osteopatia:
“L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati affermiamo che il movimento è l'espressione stessa della vita.”
Morì nel 1917, ad 87 anni, anno in cui J.M. Little John, suo allievo, fondò a Londra la British School of Osteopathy e a Chicago l’American College of Osteopathic Medicine and Surgery, tuttora esistente, uno dei 16 College più importanti degli USA.