La medicina osteopatica prende in considerazione l'individuo e le sue problematiche avvalendosi di un supporto antamo-fisio-patologico. Ciò che la contraddistingue dalle altre discipline sanitarie è l'approccio olistico in cui il sintomo è visto solo come la derivata di una disfunzione localizzata in altra sede. Non è quindi la tecnica o la terapia utilizzata a definire l'Osteopata, bensì la sua visione.
I cardini su cui si fonda questo approccio terapeutico manuale sono:
Il corpo è un'unità
Come metodologia olistica (dal greco olos = tutto) l'osteopatia considera l'individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell'intera struttura, dunque, l'equilibrio psicofisico e il benessere.
Relazione tra struttura e funzione
La perfezione di ogni funzione è legata alla perfezione della struttura portante, se tale equilibrio è alterato ci si trova di fronte a una disfunzione osteopatica, caratterizzata da una zona corporea in cui è andata persa la corretta mobilità. L’organismo reagirà a tale disequilibrio creando delle zone di compenso e di adattamenti corporei non favorevoli al benessere generale dell’organismo.
Il ruolo dell’arteria è primario
Il movimento dei fluidi corporei è essenziale per il mantenimento della salute. Non si ha a che fare solo con il flusso arterioso ma con tutti i fluidi corporei. È attraverso questi sistemi di fluidi che vengono mediati i processi fisiologici, compresa l’immunità, la nutrizione e la disintossicazione, ognuno dei quali è essenziale per il mantenimento della salute.
Il corpo possiede meccanismi autoregolatori e auto-curativi
Il corpo lavora sempre nella direzione dell'omeostasi e possiede meccanismi per controllare la funzione corporea attraverso la mediazione ormonale e nervosa. L'integrazione di questi sistemi permette al corpo di raggiungere uno stato di equilibrio. Tuttavia, se si presenta una disfunzione, il corpo deve lavorare duramente per mantenere il proprio equilibrio e, a seconda del carico e dell'intensità della disfunzione stessa, esso mette in atto dei meccanismi di difesa e di compenso. Tale capacità è dovuta al fatto che il corpo lavora come un sistema tensegritivo, ovvero come l'intrinseca capacità di una struttura di auto stabilizzarsi.
Riferimenti bibliografici