La felicità dipende dall'intestino

postato il 30·08·2018 in

L'intestino è detto anche «secondo cervello»: spesso, infatti, ci avverte che qualcosa non sta andando per il verso giusto prima ancora che ce ne accorgiamo. «Spia» di emozioni e stati d'animo, il ruolo centrale dell'intestino in particolare nella regolazione della felicità è stato messo in evidenza da un recente studio pubblicato su Molecular Psychiatry dai ricercatori dell'University College Cork (Irlanda)

secondo cui i batteri intestinali che si sviluppano durante la primissima infanzia sono responsabili, niente di meno, dello sviluppo della felicità.

 

Lo studio, condotto su un gruppo di topi, ha messo in evidenza che la microflora intestinale, se ben sviluppata durante la prima infanzia, stimola l'attività della serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell'umore e delle emozioni il cui funzionamento viene alterato da momenti di stress, ansia e depressione: nei topolini allevati, sin da piccoli, in assenza del microbiota intestinale, infatti, i ricercatori hanno notato, in età adulta, un significativo abbassamento della concentrazione di serotonina nel cervello. E i maschi sono risultati più sensibili delle femmine a questo meccanismo. Quando l'intestino di alcuni dei topolini, prima che raggiungessero l'età adulta, è stato ri-colonizzato con batteri, gli studiosi hanno scoperto che molti dei cambiamenti del sistema nervoso centrale, in particolare quelli legati all'attivazione della serotonina, non venivano invertiti: a testimonianza, spiegano, degli effetti permanenti della mancanza della flora intestinale della prima infanzia sulla funzione del cervello.

Questa ricerca ha implicazioni sulla salute più in quanto mostra che le manipolazioni del microbiota intestinale (dovute ad esempio ad antibiotici, dieta o infezioni) possono avere profondi effetti a cascata su alcune funzioni cerebrali: «Siamo davvero eccitati da questi risultati - spiega Gerard Clarke, primo autore dello studio -. Anche se abbiamo sempre creduto che il microbiota intestinale sia essenziale per la nostra salute generale, i nostri risultati evidenziano anche quanto sia importante per il nostro benessere mentale».

Inoltre, il consumo di alcuni ceppi di probiotici si è dimostrato efficace nella modulazione delle funzioni immunitarie e nel controllo della sintomatologia associata alle infezioni delle prime vie respiratorie; gli autori di questo studio hanno quindi valutato gli effetti del consumo di Lactobacillus rhamnosus LGG® (LGG®) e di Bifidobacterium animalis ssp. lactis BB-12® (BB-12®) in una popolazione di studenti di college, che sono particolarmente predisposti a sviluppare infezioni delle vie aeree superiori, rispetto alla popolazione generale, anche a causa del sonno inadeguato e dell'elevato livello di stress psicologico che caratterizzano la vita del campus.

I partecipanti allo studio (231 studenti della Framingham State University) sono stati quindi suddivisi in modo randomizzato in due gruppi, che hanno assunto per 12 settimane una dose di probiotici (corrispondente a un minimo di 1 miliardo di unità formanti colonia LGG® e BB-12®; n=114) o un placebo (n=117). Durante lo stesso periodo di tempo ai ragazzi sono stati somministrati appositi questionari per il rilevamento degli episodi di infezione delle prime vie respiratorie e della qualità di vita ad essi associata. Dall'analisi dei dati relativi ai 198 soggetti che hanno completato lo studio è emerso che il decorso degli episodi infettivi era stato più breve (-2 giorni) ed associato ad una minore sintomatologia (-34%) nei soggetti che consumavano probiotici (97) rispetto al gruppo di controllo (101). Inoltre, gli studenti che assumevano i probiotici avevano perso un minor numero di giorni di scuola (-0,2 giorni). In conclusione, il consumo di probiotici da parte degli studenti americani residenti nel campus si è dimostrato efficace nel limitare il peggioramento della qualità della vita associato ad episodi di infezione delle vie aeree superiori (Fonte: vedi riferimenti bibliografici).

Anche qui in Italia, con la partecipazione dell'ASL NA1, zona Napoli Nord, è partita una sperimentazione con l'uso di probiotici (ceppi di Bifidobacterium e Lactobacillus) su bambini borderline con manifestazioni di tipo autistico. Alcuni primi risultati incoraggianti sembrano correlare tale sindrome pre-autistica a componenti disbiotiche intestinali.

 


Bibliografia e riferimenti

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