Intervista al Tennista Andreas Seppi

postato il 01·02·2019 in

Andreas Seppi - Tennista

Costanza atletica e forza di volontà in un connubio vincente

Il Tour tennistico di quest'anno è iniziato a gennaio con gli Australian Open 2019, seguito poi dalla Davis Cup 2019, attualmente in corso, che ha visto L'Italia affrontare i tennisti indiani su una supercifie insidiosa. Pochi minuti fa, grazie alla vittoria di Seppi contro il tennista indiano Gunneswaran, l'Italia ha raggiunto un punteggio complessivo di 3-1 guadagnandosi l'accesso alle fasi finali della coppa Davis, che avranno luogo a Madrid. Approfittiamo di questa vittoria per ricordare un'altra occasione, in cui Seppi ha dimostrato tutte le sue capacità, battendo il famigerato Roger Federer.

Il mio 2015 si aprì con la prima convocazione in Federazione a Melbourne. Proprio in quell'occasione conobbi Andreas Seppi e fu il mio primo trattamento in “azzurro”. Il nostro rapporto professionale nacque sotto una buona stella poiché proprio in quello slam riuscì a compiere un'impresa storica battendo al terzo turno Roger Federer. Seppi è attualmente l’unico italiano ad aver vinto 3 titoli ATP su tre superfici di gioco differenti. Ciò rappresenta un elemento emblematico della sua versatilità. Cresciuto con il suo Coach Sartori, è riuscito progressivamente a scalare il ranking, raggiungendo la posizione #18 nel 2013.
Con tanta abnegazione e forza di volontà, affidandosi a un lavoro terapeutico finalizzato è riuscito a trasformare un suo punto debole in un punto di forza. Ha ridotto la rigidità costituzionale trasformandola in tempra muscolare. Oltre alle sue notevoli doti atletiche, è da sottolineare la sua forza mentale. Nel tennis infatti, sport individuale per eccellenza, è fondamentale avere una costanza atletica e soprattutto mentale durante tutto il match. Questo connubio mente-corpo, utilissimo durante i match, gli ha permesso di vincere molto spesso in rimonta o addirittura al quinto set.

In occasione di questa intervista si è raccontato a 360°: vita privata, sportiva e osteopatia.

Il tennis è un gioco molto ambito tra gli sportivi. Come è nata la sua passione?

Nessuno della mia famiglia giocava a tennis, mio padre giocava a calcio e ad hokey e mia madre invece era propensa per gli sci. Ho iniziato anche io con lo sci ma il mio vicino di casa, di poco più grande di me, ha deciso di giocare a tennis a 7 anni e, poichè giocavamo insieme a tutto, mi ha trasmesso il desiderio di provare quel nuovo sport.

Il tennis è lo sport delle “buone maniere”, crede davvero che queste siano necessarie per un atleta?

Da questo punto di vista devo dire che siamo come una grande famiglia, essendo uno sport singolo, viaggi da solo, ma gli atleti alla fine sono sempre gli stessi, ci conosciamo e ci rispettiamo. È vero che in campo siamo rivali e c’è competizione, ma una volta finito il match c’è molto altro che ci unisce.

Se non fosse stato uno sportivo, cosa le sarebbe piaciuto fare nella vita? Ha mai avuto ripensamenti riguardo il suo impegno professionale?

È sempre stato quello che volevo fare nella vita, fin da quando ho iniziato. Ho sempre desiderato, fin da bambino, giocare, come protagonista, i tornei che vedevo in tv. È chiaro che nei momenti più difficili si fa un po’ più di fatica con i viaggi e gli spostamenti, ma non ho mai smesso di amarlo. Tutt’oggi non ho nè rimorsi nè ripensamenti. Una volta sul campo l’emozione cancella ogni altra sofferenza e preoccupazione.

Battere Federer agli Australian Open è stato un evento importante nella sua carriera da tennista. Come si affronta una partita del genere?

È stata una delle vittorie più belle in assoluto. Battere Federer, che in 10/15 anni non ha quasi mai perso uno slam prima dei quarti o della semifinale per me è stata una grandissima soddisfazione. È una delle partite di cui vado più fiero e che ricordo con maggior emozione. C’è da dire che avevo perso contro di lui già dieci volte in precedenza, non avevo niente da perdere ma ho iniziato a giocare sereno e tranquillo per dare il meglio di me, evitando di irrigidirmi come può succedere in momenti di grande tensione e il risultato sperato è arrivato.

Lei è un giocatore molto versatile e lo dimostra il fatto che ha vinto su tutte le superfici. La durezza e la rigidità delle superfici influisce sul gioco ma ha anche delle ripercussioni fisiche sull'atleta. Su quale superficie ha riscontrato le maggiori difficoltà?

Credo che ogni superficie abbia determinati pro e contro. Ta terra ad esempio ti permette di aprirti molto di più con le scivolate, poichè c’è meno attrito, ma allo stesso tempo sforzi di più alcuni muscoli come gli adduttori. Il cemento invece, che è il più duro influisce, a lungo andare, sulle articolazioni e sulle ossa. Sull’erba invece si gioca veramente poco, e la differenza si sente soprattutto sui glutei e sui movimenti di frenata poichè l’erba è scivolosa e si rischia di cadere. Tra tutte le superfici su cui ho giocato ritengo quella di cemento la più impegnativa e difficile.

Quando reputa più opportuno un trattamento osteopatico?

Il trattamento osteopatico è importante soprattutto quando cambi superficie, poichè cambiano i sistemi muscolari sollecitati e c’è bisogno di un piccolo aiuto per recuperare in fretta ed essere al 100% il prima possibile, cosa che da solo non puoi fare con la stessa efficienza di un osteopata. Ma, a prescindere dal terreno, credo che il tennis sia uno sport in cui avvalersi dei benefici di un trattamento osteopatico sia fondamentale in ogni occasione.

Si è sposato da poco, ma quanto è difficile coniugare la vita sentimentale, che richiede anche una certa presenza, con gli impegni di un campione che gira tutto l'anno i diversi campi di tennis sparsi per il mondo?

Avere una moglie cambia un po’ le cose, soprattutto girando così tanto perchè è chiaro che non puoi pensare solo a te stesso. conciliare vita sentimentale e vita professionale non è facile poichè giocare tanti match e dedicarsi alla preparazione toglie tantissimo tempo al partner. cerco sempre di gestirmela al meglio, svegliandomi prima al mattino per dedicarmi all’allenamento così poi ho un po’ di tempo in più da dedicare alla mia compagna nel pomeriggio. Fortunatamente lei riesce anche a tenermi un po’ lontano dal tennis, riesce a farmi staccare la spina, e questo ogni tanto serve.

 


 

logo
Davis Cup 2019
logo
Vi racconto una storia